QUEL VUOTO
SCINTILLANTE


Le domande sul tipo di attività o di “intrattenimento” proposti nel corso di un Digital Detox sono, comprensibilmente, tra le più comuni.
Da quando i telefoni cellulari sono diventati un bene di massa alla fine degli anni '90, e ancora di più dopo il lancio degli smartphone nel 2007, si è cominciato a vedere sempre più persone agganciate al proprio schermo in tutti gli spazi transizionali: studenti alle fermate degli autobus, pendolari su treni e metropolitane, anche mentre aspettiamo la nostra ordinazione al ristorante. In generale, dopo solo pochi anni di utilizzo diffuso, ci siamo abituati a colmare ogni lacuna nel nostro agire quotidiano controllando le caselle di posta e gli account social, guardando un video o postando "roba".

Come trascorreranno, dunque, le ore al DD, considerato che ci troviamo nel fitto del bosco, senza praticamente alcun obbligo impellente? Nemmeno il bisogno di fare la spesa a distrarci - PANICO!

No, caro, niente panico. Anzi, partiamo proprio da qui: da quando la distrazione è diventata un bene? Qua’è la reale utilità dell’essere sempre impegnati a fare qualcosa?
Capisco che possa sembrare un po' strano, ma organizzando le condizioni di questi ritiri, il mio obiettivo è metterti nella posizione in cui potresti, effettivamente, scegliere di non fare nulla: goderti il tempo, sentire l'erba sotto i tuoi piedi, farti un bagno, leggere un libro sull'amaca, parlare con un amico, mangiare, dormire.
Magari alla fine deciderai di passare un giorno o due così, e saranno i più costruttivi del tuo soggiorno. L'ex dirigente di Google Mo Gawdat, ora promotore di un rapporto più equilibrato e prudente con la tecnologia, afferma di poter scrivere un libro in una settimana dopo aver trascorso un mese in isolamento analogico. Esempi simili si trovano ovunque: per tutta la sua vita, Mohandas Gandhi si attenne alla sua decisione di trascorrere un giorno alla settimana in solitudine e silenzio. Lo definiresti uno che non ha combinato nulla?

Tranquillo, è solo una possibilità!

Uno dei vantaggi di partecipare al nostro ritiro DD invece che arrangiarti per conto tuo, è che sarai coinvolto in una serie di attività di gruppo che ti aiuteranno a lasciarti alle spalle tutti i pensieri tecnologici. Oserei dire: CI DIVERTIREMO DA PAZZI!
Falò, spettacoli comici improvvisati, body painting: dinne una, lo faremo! In realtà, ogni ritiro sarà un po' diverso da questo punto di vista, perché mano a mano che cresce il numero dei frequentatori abituali, non vogliamo correre il rischio di annoiarvi...

ASPETTA! Che ho detto?

Meglio riformulare l’idea da capo: avrai tantissime occasioni per socializzare e giocare, mantenerti in forma e imparare, ma per favore, cerca di trovare un po' di tempo per annoiarti!
La noia non è una brutta cosa. Almeno quella noia che riguarda il “tempo vuoto”, il non avere niente da fare, o meglio niente di specifico, il guardarsi intorno alla ricerca di chissà cosa e provare la relativa inquietudine.
Certo non è piacevole ma, sorpresa, è il modo più produttivo di trascorrere del tempo. Potrebbe essere controintuitivo, tuttavia, questo è ciò che i più saggi tra noi consigliano da tempo immemorabile, questo è ciò che conferma la moderna neurologia e,  guarda un po', anche la fisica quantistica!

Fino a poco tempo fa, si pensava che ‘il vuoto’ fosse solo spazio inerte, dove non accadeva nulla. Falso! Ad uno sguardo più attento (e con l'aiuto di un paio di ciclotroni giganti) vediamo apparire particelle per un milionesimo di milionesimo di secondo, subito annientate da un'antiparticella. Uoah, non è incredibile? Il vuoto è pieno di minuscole scintille, letteralmente: tutto, nasce dal nulla.
Che si voglia intendere questa analogia in senso concreto o metaforico, è così che ci si sente confrontandosi col vuoto nella propria esperienza di vita.
I romani chiamavano “otium” questo tempo trascorso in pigra contemplazione, ed era prerogativa di poeti, artisti e filosofi, ma anche di imperatori e politici. Tutte persone privilegiate, certo, ma anche persone con maggiori responsabilità, ed è facile capire il perché.
Quando sosteniamo lo strano “prurito” dell’essere privati di qualsiasi compito pratico, sotto al livello cosciente della nostra mente stanno accadendo cose meravigliose. Il cervello sta creando connessioni fra pensieri e percezioni, elaborando ricordi e progetti, aggregando nuove idee. Quel vuoto scintillante alla radice della coscienza sta generando particelle di senso. Ua risorsa preziosa quando ti trovi di fronte decisioni critiche, come accade a tutti noi oggigiorno. Nell'antica Roma, agli schiavi e ai servi non era concesso di crogiolarsi nell'otium. Era, di fatto, un diritto di nascita degli uomini liberi.

Quando vedo i ragazzi e le ragazze delle nuove generazioni così dipendenti dai loro dispositivi, così presto nella vita, provo pietà e paura per loro. La cosa peggiore di tutte, per me, è che viene loro negata l’esperienza della libertà. Fino a non molto tempo fa, anche chi non svolgeva lavori altamente creativi o prestigiosi, e non sentiva il bisogno di apprezzare il valore dell’otium, ci si trovava immerso per forza di cose nelle pieghe della propria routine: in fila all’ufficio postale, viaggiando in auto da passeggeri, nello scomodo silenzio di una cena con qualcuno che conosci troppo bene.
Schivare queste zone morte prendendo la facile fuga di uno smartphone non solo sopprime solo la tua libertà, ti rende più debole. L’altro dono del tuffarsi nel vuoto del non-fare, è che stai esercitando la tua pazienza, la virtù più preziosa di tutte. Viviamo nell’era della gratificazione istantanea. Dall'epoca in cui realizzare un ritratto richiedeva ore di posa, siamo prima passati alla fotografia, che richiedeva di stare fermi solo per un clic. Almeno però, c’era l’attesa dello sviluppo e stampa della pellicola! Ora che la cattura delle immagini è un processo banale e immediato - l'hai notato? - ce ne dimentichiamo altrettanto rapidamente.

Ma chi detiene il vero potere lo sa: nessuna impresa duratura e rilevante si compie senza sostenere l'attrito del tempo, sentendolo sfregare sulla pelle. Il tempo è la forza più grande dell’universo e, anche se talvolta sembra lavorare contro di noi, non ha senso cercare di ingannarlo. Faremmo meglio a imparare a lavorarci insieme, a fare amicizia.

Con queste chiacchiere da intelligentone, non voglio certo respingere la tua legittima aspettativa di essere accompagnato nel viaggio attraverso un weekend o una settimana in Digital Detox. Sei invitato a partecipare a tutte le attività del gruppo e a socializzare con gli altri nel tempo libero: senza di te non sarebbe altrettanto fico!
Tieni a mente questo consiglio però: se ti capita di scorgere un guizzo di noia nell'aria, che sbatte le sue alucce nella brezza mattutina, non lasciartelo scappare! Inseguilo! Afferralo stretto e mettitelo in tasca. Una volta tornato a casa, non sarà solo un bel souvenir, ma un ricordo da custodire con cura e un alleato su cui contare.